🥂 Un altro anno di mangoddi
Auguri a tutti e buon 2023!
Come ho fatto l’anno scorso per il primo capodanno di Segui i Mangoddi, concludo il 2022 e comincio il 2023 con una carrellata degli argomenti di cui abbiamo parlato durante il 2022; un po’ per capire come ciò che ho scritto abbia resistito al test del tempo, un po’ semplicemente per ricordarci ciò di cui abbiamo parlato.
Prima di cominciare, qualche ringraziamento.
A Federico che mi ha dato l’idea e il coraggio di cominciare questa newsletter.
A Paola e Gianluca che hanno contribuito a far crescere l’audience di questa newsletter con le loro preziose condivisioni.
A Daniela che è sempre stata puntuale e professionale nel correggere ciò che la fretta lascia passare.
A tutti voi che avete inviato contributi, anche economici, per incoraggiarmi e farmi sentire il vostro sostengo.
Alla mia famiglia che ha tollerato questa ulteriore invasione di campo della finanza nel tempo che rimane da dedicarle dopo il lavoro.
Nel 2022 ho corso 1.342 km tra Villa Borghese e Villa Ada. La regolarità degli aggiornamenti di questa newsletter, che era nata dal tempo libero all’alba che mi aveva lasciato un infortunio al polpaccio a fine 2020, ne ha risentito non poco e purtroppo, avendo la velleità tipica del quarantenne, non completamente a suo agio con l’avanzare del tempo, di completare una maratona, nel 2023 le cose non miglioreranno (sempre meglio che comprare una decapottabile).
Aumento dei tassi, aumento dei prezzi dell’elettricità e ritorno alla normalità dopo il COVID.
Avevamo aperto il 2022 parlando di come l’inflazione stesse sempre più prendendo alla sprovvista le banche centrali e, ancora prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, parlavo delle strane dinamiche dei prezzi sul mercato dell’elettricità . Si è trattato di un post abbastanza profetico le cui riflessioni hanno poi informato diversi approfondimenti nel corso dell’anno man mano che inflazione, tassi di interesse ed energia si sono caratterizzati come shock importanti dell’anno.
Scrivevo:
L'aumento dei prezzi, invece, come il SARS-CoV-2, ci accompagnerà per tutto il 2022 (e oltre). Di qui un brusco cambio di regime della politica monetaria negli Stati Uniti con il mercato che oggi prezza un numero di incrementi dei tassi di interessi non inferiore al numero di dosi di vaccino che sarà obbligatorio ricevere (sì, quattro - chissà se la chiameranno quarta dose o second booster, che suona più rassicurante), quando tutti si aspettavano al massimo tre aumenti (e tre dosi). Ho l’impressione che le banche centrali ci sorprenderanno con rialzi dei tassi più frequenti e più consistenti.
Sempre nel post di apertura del 2022 ho parlato del deal sotto l’albero, cioè dell’acquisizione di Mooney (già Sisal Pay) da parte di Enel X e Intesa. Anche quel post fu abbastanza profetico: Poste Italiane pochi mesi dopo acquisì LisPay da Lottomatica. Nel post criticavo le valutazioni da fintech assegnate a quei tipi di business molto tradizionali e con tassi di crescita bassi. Vedremo nel 2023 come si comporteranno questi business all’interno di Enel e Poste Italiane. Le quotazioni di tutto il comparto fintech intanto sono andate a ramengo…
A febbraio ho parlato della tendenza a fare di tutto un’infrastruttura, anche nell’ottica di proporre investimenti al riparo dall’inflazione. In realtà anche questo tipo di investimenti sono stati impattati molto negativamente dal rialzo dei tassi
A fine febbraio faceva prepotentemente irruzione nella politica estera ed economica europea lo scenario di una guerra prolungata nel cuore del Vecchio Continente. I risvolti che mi aspettavo da quel conflitto e dalle conseguenti sanzioni erano:
1) interruzione dei flussi di gas russo nonostante le eccezioni ad hoc inserite nel pacchetto di sanzioni per permettere ai paesi europei di importare gas (si sono verificate poi nell’estate strani guasti ed esplosioni nei gasdotti che hanno effettivamente interrotto il flusso di gas dalla Russia all’Europa. 2) Sostituzione del dollaro come mezzo di scambio internazionale con il passaggio a sistemi multilaterali per non essere esposti a sanzioni (ancora non è successo, ma forse ci stiamo arrivando). 3) Turbolenze nel settore del credito (tutto sommato il sistema ha retto bene in realtà ). 4) Prezzi dell’energia in forte rialzo (in realtà stiamo assistendo a una normalizzazione dei prezzi del petrolio).
Le infrastrutture di una banca
Qui spiego come una banca si possa smembrare in una serie di infrastrutture in grado di spostare denaro nel tempo e nello spazio
Corporate Governance, Telecom, Generali
Ad aprile vi aggiornavo su due grandi storie di corporate governance italiana: il rinnovo del consiglio in Generali e la vendita della rete di Telecom Italia. La prima si è risolta con il prevedibile risultato in favore del management incumbent. Lo sbroglio della matassa chiamata Rete Unica è stato invece rimandato al 2023, con buona pace per gli azionisti di Telecom.
A maggio ho parlato come tutti dell’operazione di leveraged buyout dell’anno: Elon Musk che compra Twitter, fa crollare Tesla e fa perdere 5-6 miliardi alle banche finanziatrici tenendo tutti con il fiato sospeso mentre prova, senza riuscirci, a rinegoziare il prezzo goffamente.
Nello stesso post parlavo della grande inversione di marcia subita da titoli che avevano beneficiato enormemente di tassi bassi e lockdown che oggi devono fare i conti con tassi alti e riaperture. Scrivevo:
Se la crescita è finita perché la pandemia ti ha fatto raggiungere tutto il tuo mercato potenziale in 1 anno, cos’altro rimane? Lavorare sui margini, pricing, M&A e capital allocation (restituiamo più dividendi agli azionisti).
Questo è quello che poi è effettivamente successo nell’ultimo trimestre dell’anno con licenziamenti record da parte di big tech che fino all’altro ieri assumevano e strapagavano i dipendenti.
Sempre a maggio prendevo spunto dall’investimento di Poste Italiane in Scalapay, dall’investor day di Block e della trimestrale di Klarna per dare un aggiornamento sullo stato di salute del BNPL, un nuovo business model cresciuto molto a tassi bassi e pandemia che continua a crescere nonostante le condizioni di mercato sia altamente sfavorevoli
Riprendendo i temi del primo post del 2022, a metà anno ho cercato di analizzare come tassi e inflazione stiano influenzando consumatori e investitori. Quando l’inflazione era all’8% scrivevo:
Attualmente abbiamo una Banca Centrale Europea molto lenta nel rialzare i tassi e governi che stanno mettendo soldi in tasca ai cittadini per compensarli dei prezzi al rialzo. Sono dinamiche che non faranno che alimentare ulteriormente l’inflazione, altro che stabilizzarla al 2%.
Oggi siamo arrivati al 12% d’inflazione in Italia.
Ancora la spread, ancora instabilitÃ
A luglio, con l’avanzare della prima campagna elettorale balneare nella storia della Repubblica, parlavo di come il debito pubblico fosse sotto controllo, ma anche di come la BCE avesse puntato un bazooka sull’Italia, anziché sui mercati, per farla rigare dritta. Scrivevo:
L’OMT è un bazooka d’emergenza rivolto verso i mercati finanziari attivabile con un certo costo per decisione di un governo. Il TPI è invece una sorta di bazooka al contrario rivolto verso i governi: garantisce loro stabilità anche in un regime di tassi in salita a patto che non venga loro in mente di rivoltarsi contro la cornice di regole europee (come a qualcuno saltò in testa nel 2018 in Italia). Senza TPI, in un contesto di tassi in salita come quale quello attuale, le finanze di un Paese come l’Italia sarebbero comunque a rischio.
Il TPI ha in un certo senso funzionato e, nonostante sia salito al governo uno dei partiti più barricadieri verso l’Europa, l’ossessione di Giorgia Meloni per la stabilità dei conti è oggi sorprendentemente più forte del suo sciovinismo.
Ad agosto, giustamente, parlavo della situazione del turismo post COVID e analizzavo la difficile situazione di un operatore come Enel schiacciato tra incrementi del prezzo del gas, politiche di hedging inefficienti e tasse sugli extraprofitti. I veri extraprofitti, scrivevo, sono quelli che stanno facendo le banche con il rialzo dei tassi di interesse. E infatti di lì a qualche mese la BCE sarebbe intervenuta con una modifica retroattiva sul TLTRO
Ho approfittato del disastro accaduto ai fondi pensione inglese per spiegare come in molti ambiti gli strumenti derivati utilizzati come mezzo di copertura del rischio in realtà non fanno altro che amplificarlo dandoci un finto senso di sicurezza
L’inflazione non è poi così male?
Ormai le banche centrali fanno sul serio. Nell’ultima parte dell’anno finalmente l’hanno capito tutti. I governi però non sono contenti e lo scontro con le banche centrali è sempre più vicino.
Nel mese di novembre, un po’ come tutti, ho parlato del crack di FTX, ma spero di averlo fatto da una prospettiva diversa.
Nell’ultimo post del 2022 parlo invece di come tutto sommato i consumatori se la stiano passando alla grande e i bilanci delle banche siano solidissimi. Il sistema ha retto la stretta monetaria più rapida di sempre, una guerra e una crisi energetica.
Non solo mangoddi
Ogni tanto vi parlo anche d’altro che di mangoddi, giusto per dimostrare a me stesso di non essere del tutto gretto.
Musica
MISTRESS VIOLET - Violet Chachki & Allie X (official video)
ENCANTO - We don’t talk about Bruno
Kate Bush - Running Up That Hill
Letture
Crossroads - Jonathan Franzen
The Bond King - Mary Childs
Money Men - Dan McCrum
The Alchemy of Finance - Goerge Soros
Ballando nudi nel campo della mente - Kary Mullis
Serie
Inventing Anna
Wanna
Podcast
La fabbrica dei soldi
Chez Proust