🥂 Un anno di mangoddi
Ciao!
Nell’augurarti un 2022 pieno di mangoddi, ho pensato di riassumere qui quello di cui abbiamo parlato nel 2021.
È stato un anno interessante in cui grazie a questa newsletter ho avuto lo stimolo per approfondire tanti argomenti in maniera ordinata e sistematica e conoscere un bel po’ belle teste con cui discuterne.
Ovviamente, ci leggiamo nel 2022.
Buon anno
Gamestop - E’ stata l’occasione per far partire questa newsletter. Ho fatto un po’ il saputello pensando che qualcuno si farebbe male e che Gamestop sarebbe crollata mancando di lungimiranza nel non capire che il fenomeno “meme stock” non sarebbe stata una moda passeggera. Qualcuno si è fatto male alla fine effettivamente, ma Gamestop è ancora lì. Oggi le azioni Gamestop quotano sui 150$. La metà rispetto al picco di 300$, ma sostanzialmente sopra rispetto a quando partì la mania “Meme stock” e il titolo era sui 10$ appesantito dalle vendite allo scoperto degli speculatori. Gamestop ha approfittato di questa follia collettiva emettendo nuove azioni a prezzi altissimi e mettendo in cassa 1 miliardo di dollari che le consentiranno di sopravvivere per un bel po’. Diciamo che Gamestop è diventata una sorta di SPAC, un veicolo quotato con molta cassa in attesa che qualcuno decida cosa farne.
Tesla - Si è parlato di Tesla in relazione al suo annuncio relativo all’acquisto di Bitcoin. Da allora se ne è discusso diverse volte su questa newsletter commentando i tweet istrionici di Elon Musk. Il titolo Tesla ha chiuso l’anno a 1.060 dollari, il 17% in più rispetto a quando ne abbiamo parlato per la prima volta.
Bitcoin - A proposito di Bitcoin, dopo un anno caratterizzato da una volatilità altissima in cui il Bitcoin è arrivato a perdere o a guadagnare un 20% in un singolo giorno, la criptovaluta ha chiuso il 2021 intorno a 47.000 dollari, lo stesso livello a cui era quando se ne parlava a febbraio su questa newsletter.
BTP - Abbiamo parlato della performance incredibile del BTP con l’arrivo di Draghi al governo. Dicevo che Draghi non avrebbe potuto fare molto per influenzare positivamente nel lungo periodo l’andamento dello spread Italia/Germania. E infatti dopo l’entusiasmo iniziale che fece scendere lo spread sotto quota 100 a marzo, lo spread si è poi assestato costantemente sopra 110, chiudendo l’anno a 140.
Dr. Martens - C’è stata la quotazione di Dr Martens, su cui sono stato un po’ critico per il fatto che la società non fosse proprietaria del marchio e per le previsioni sull’ecommerce un po’ troppo esuberanti. Il titolo ha chiuso l’anno con un -10% rispetto al prezzo di quotazione.
InPost - Sulla quotazione della polacca InPost ero un po’ sorpreso dalla valutazione elevata di 15x i ricavi. Dalla quotazione a fine 2021 il titolo ha perso il 44%
Bumble - Stessa sorte di inPost è toccata anche a Bumble, sito di incontri amerciano che si era quotato nello stesso periodo di inPost sostenuto da una sorta di follia collettiva su quello che sarebbe stato il “nuovo normale” dopo il COVID (solo ecommerce, solo incontri virtuali). Rispetto ai 70$ della quotazione, il titolo ha chiuso l’anno a 33$ (-51%).
Inflazione - Già da febbraio abbiamo cominciato a preoccuparci di inflazione su Segui i Mangoddi. Allora c’erano le prime avvisaglie di un indice dei prezzi al consumo che negli Stati Uniti e in Europa si avvicinava velocemente al 2%. La maggior parte dei banchieri centrali parlò di effetti temporanei legati alla ripresa post COVID: l’inflazione transitoria. Oggi, però, l’inflazione è quasi al 7% negli Stati Uniti e al 5% in Europa.
Greensill - Uno scandalo che ha scoperchiato un po’ il vaso di pandora sul sistema Vision Fund di Softbank e Credit Suisse. Uno scandalo con ramificazioni politiche e finanziarie di ogni tipo. E’ finita male con Credit Suisse che proprio sul finire dell’anno ha intentato una causa contro il Vision Fund.
Klarna - Ho analizzato bene Klarna e il suo modello di business a marzo. Da allora direi che il buy now pay letter è sicuramente diventato uno dei temi ricorrenti del 2021 con diverse operazioni di M&A legate a questo settore che hanno visto protagoniste fintech come Paypal e Square.
Coinbase - C’è stata la quotazione di Coinbase. Ha fatto impressione la sua valutazione superiore a quella di mercati finanziari come NYSE, London Stock Exchange o Euronext, ma i suoi margini sono decisamente più elevati rispetto alle trading venue tradizionali. Dai 300$ con cui il titolo ha chiuso la prima giornata di quotazione, Coinbase ha perso il 16% dopo essersi imbattuta in diverse scaramucce e polemiche con la SEC.
Non Fungible Tocket - C’è stato il primo NFT battuto da Christies per 69 milioni di dollari. Il fenomeno NFT non sembra essere un fuoco di paglia e, con tutte le sue esuberanze e stranezze, is here to stay
Deliveroo - A marzo ho vivisezionato il prospetto di quotazione di Deliveroo sottolineando i rischi legali e la valutazione ancora una volta esuberante spinta dalle distorsioni provocate dal COVID. Rispetto al prezzo di quotazione di 3,90 sterline, a fine anno il titolo viaggiava intorno a 2,1 sterline (-49%).
Archegos - L’implosione di un family office che si è portato dietro un bel pezzo di Credit Suisse e che servirà un po’ da monitor su quello che potrà succedere nel 2022 quando scatteranno diversi margin call sui trade più affollati.
Tods/Ferragni - E’ stato uno dei post più letti di questa newsletter (quando si parla di Ferragni le condivisioni sono sempre tante). Dicevo di quanto al di là delle superficiali considerazioni, la mossa rappresentasse un bel segnale a livello di corporate governance. Dopo l’annuncio un po’ scomposto della notizia, il titolo Tods era salito di un 10% in un giorno. Da allora il titolo ha guadagnato un ulteriore 60%.
Venmo/Square - Ho parlato del fenomeno Venmo e CashApp (app di pagamenti di Square) esaltando le capacità di crescita di CashApp. Da allora Square ha perso il 40%, come un po’ tutte le fintech
Disney/Netflix - Mi sono espresso in maniera critica sui piani di Disney+ e su come la valutazione di Walt Disney fosse in termini relativi esagerata rispetto a Netflix viste le debolezze del business legato alle riaperture (parchi a tema, sale cinematografiche) e il gap del business streaming rispetto a Netflix. Quando scrivevo quel post Walt Disney valeva 280 miliardi dollari, 1,5 volte Netflix. Oggi, dopo una serie di trimestrali deludenti da parte di Walt Disney e di crescita inarrestabile di Netflix, le due società hanno una capitalizzazione uguale, intorno ai 280 miliardi di dollari.
CBDC - A maggio abbiamo parlato delle valute digitali emesse dalle banche centrali. Non è successo poi molto.
Monte Paschi - Sempre a maggio mi esprimevo in maniera molto scettica sui piani di MPS e sul progetto di cessione a UniCredit, culminato ad agosto con una due diligence della stessa su MPS e afflosciatosi il mese scorso con la rinuncia da parte di UniCredit che chiedeva condizioni troppo onerose per il governo. Il titolo ha perso il 25% da maggio (oltre a tutto quello che aveva perso prima).
Warner Media - Discovery - A maggio ho parlato della scissione/fusione tra Warner Media e Discovery. Da allora Discovery ha perso il 35% anche se l’operazione deve ancora perfezionarsi.
Fintech - A fine maggio parlavo di quanto la moda del fintech stesse gonfiando le valutazione di tante società che si vendevano come business altamente tecnologici, quanto in realtà le cose erano un po’ diverse. Avevo preso spunto dalla quotazione di Marqeta e ho parlato anche di Nexi. Da allora Marqeta ha perso il 50% e Nexi il 15%. Ho parlato invece di Pagaya una fintech davvero basata su business model e tecnologia innovativi. Da allora è stata comunicata l’acquisizione di Pagaya da parte della SPAC EJF, ma la transazione non si è ancora perfezionata.
Atlantia - A giugno ho scritto della transazione con Atlantia è uscita da ASPI vendendo a un consorzio guidato da Macquarie e Macquarie. Ne parlavo come di un deal molto favorevole per Atlantia, nonostante il governo avesse fatto di tutto per venderlo come un deal punitivo nei loro confronti. Da allora il titolo Atlantia ha guadagnato il 15%.
AMC - Meme Stock - Sempre a giugno riprendevo il fenomeno meme stock parlando di AMC, la catena di cinema che ha conquistato le simpatie dei trader retail raggiugnendo valutazioni impressionanti nonostante il business fosse stato portato sull’orlo del collasso dal COVID. Dal picco di giugno il titolo ha perdo il 55%.
Microstrategy - A fine luglio si è parlato del caso Microstrategy e dei suoi bond utilizzati per acquisire Bitcoin. Da allora Microstrategy ha perso il 15%.
Revolut - A luglio ho approfondito il caso Revolut prendendo spunto dal suo ultimo round di finanziamento che le assegnava una valutazione di oltre 30 miliardi di dollari. Il 2022 potrebbe essere l’anno della sua quotazione, per la quale sono piuttosto positivo
Azioni cinesi - A meta luglio ho parlato delle strutture societarie utilizzate dalle società cinesi per quotarsi sui mercati americani e dei relativi rischi regolatori. Avevo preso spunto dalla quotazione di Didi. Da allora Didi ha perso il 37% e ha deciso di delistarsi, mentre altre società cinesi con titoli quotati al Nasdaq come Alibaba hanno perso mediamente il 40% tra luglio e fine 2021.
Buy now pay later - A luglio ho parlato di nuovo del fenomeno buy now pay later prendendo spunto dall’operazione annunciata fra Square e Afterpay. Sono molto positivo sulla transazione sebbene dalla data dell’annuncio entrambe le azione abbiano perso il 35%. Rimanendo sull’argomento, ho anche parlato del copycat italiano Scalapay che ha ottenuto una valutazione molto alta nel suo ultimo round per una startup italiana
Dark Stores - A settembre ho approfondito il fenomeno dei dark stores prendendo spunto dalle ultime operazioni miliardarie nel settore.
Generali - A ottobre abbiamo parlato della guerra in corso per il rinnovo del CdA di Generali. Ancora non ci sono stati sviluppi interessanti, ma siamo sicuri che il 2022 sarà l’anno della svolta per la nostra storica compagnia assicurativa.
Musica e finanza - A fine ottobre ho parlato della finanziarizzazione della musica e di come stessero cambiando i rapporti di forza tra proprietari dei diritti musicali e piattaforme di streaming come Spotify (in favore delle prime). Da allora, Spotify ha perso il 10% mentre il Hipgnosis Song Fund (uno dei veicoli quotati più importanti che detiene importanti cataloghi musicali) ha guadagnato il 10%. Anche Universal Music Group e Warner Media nello stesso periodo hanno guadagnato il 5-10%
Hertz - a novembre ho parlato un po’ dell’assurda quotazione di Hertz a 29 dollari. Oggi il titolo dopo appena 90 giorni dalla quotazione ha perso il 50%
iBuyers - a novembre ho approfittato della debacle di Zillow per parlare del fenomeno iBuyers. Ipotizzavo che dall’uscita di Zillow, Opendoor ne avrebbe potuto approfittare. Il mercato non l’ha pensata allo stesso modo e da allora ha fatto scendere le quotazione di Opendoor del 25%.
Telecom - Telecom e l’offerta di KKR è stato l’ultimo argomento trattato su Segui i Mangoddi. Se tanto mi dà tanto, aspettatevi un che il titolo nella prima parte del 2022 superi il prezzo dell’offerta di KKR.
Non solo Mangoddi
Quest’anno ho parlato di queste letture (in ordine di preferenza e interesse):
Di chi è la colpa - Una storia sugli effetti devastanti dei mangoddi sulle famiglie
No Filter - La pazzesca acquisizione di Instagram da parte di Facebook
Furore - I malavoglia americani ai tempi della rivoluzione industriale
M - la storia romanzata del ventennio fascista
L’inverno dei Leoni - Secondo e ultimo capitolo sulla parabole discendente di una delle famiglie più ricche della storia d’Italia
Svuota il carrello - Il marketing antipatico spiegato in modo simpatico
Dark Towers - L’incredibile storia del marcio nel cuore della finanza tedesca
Needful things - Horror e misteri del consumismo finanziato dai “pagherò”
Endurance - Un’incredibile storia vera sulla leadership
The Ceasar Palace Coup - Come si sono azzuffatti i fondi avvoltoi in uno dei fallimenti più spettacolari della storia della finanzia.
Ho parlato di queste cose che ho visto e che tutto sommato vi raccomando di vedere:
Pretend it’s a city (Netflix)
The Undoing (Sky - HBO)
This is us (Amazon Prime)
Occupied (Netflix)
Shtisel (Netflix)
Malcolm and Marie (Netflix)
Succession (Sky - HBO)
Industry (Sky - HBO)
Cruella (Disney+)
Sex Education (Netflix)
Ted Lasso (Apple Tv)
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