🤑 Gente nuova e sùbiti guadagni
La sai quella di Tesla che investe 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin?
E’ venerdì. Dieci anni fa con un Bitcoin avreste potuto comprarvi a malapena l’ultimo iPhone, oggi con due Bitcoin potreste comprarvi una fiammante (ehm, elettrizzante) Tesla Model S da 90.000 Euro.
Money for nothing
Se in questa settimana non siete andati su Marte con un razzo di Space X, probabilmente avrete sentito che Tesla ha investito il 10% della sua liquidità e l’ha convertita in Bitcoin. Un miliardo e mezzo di dollari in Bitcoin. La notizia ha fatto ovviamente impennare il prezzo dei Bitcoin da 35.000 a dollari a 48.000 dollari.
Elon Musk si è rapidamente riposizionato da genio sregolato e visionario a Beppe Grillo della finanza mondiale. Ha abbracciato con entusiasmo le scommesse dei forum di Reddit su Gamestop contribuendo a far impennare il prezzo di Gamestop in poco tempo e a rovinare probabilmente tanti seguaci che hanno comprato azioni a 300-400 dollari e ora si ritrovano un’azione che vale 40 dollari. Dieci giorni prima di aver comunicato al mercato che Tesla aveva investito 1,5 miliardi in Bitcoin, Musk aveva inserito il simbolo del Bitcoin nella descrizione del suo profilo Twitter provocando un’altra impennata del prezzo. D’altronde, se l’uomo più ricco del mondo vi dice che sta comprando azioni della Canistracci Oil, voi non gli andreste dietro? Musk sta flirtando con aggiotaggio e insider trading: restano famosi i suoi tweet in cui scrisse che avrebbe lanciato un’opa su Tesla “funding secured” (mai lanciata poi) o quello in cui scrisse che il prezzo di Tesla era diventato troppo alto secondo lui. Qualche settimana fa aveva scritto che si sarebbe preso una pausa da Twitter, ma non è durata molto.
Cosa comporta l’investimento di Tesla in Bitcoin?
1) Una delle società più grandi al mondo, una società a cui volenti o nolenti tutti noi siamo in qualche modo investiti (essendo la quarta società dell’S&P500 con un peso del 2% sull’indice), ha messo 1,5 miliardi di dollari in un asset estremamente volatile, esponendo gli investitori a un rischio probabilmente non voluto. Se ho azioni di un produttore di auto elettriche, probabilmente non voglio essere esposto ai destini di una cryptocurrency. E va bene, poco male: in fondo 1,5bn sono solo lo 0,2% della capitalizzazione complessiva di Tesla. C’è da osservare, comunque, che in un mese Tesla ha guadagnato con i Bitcoin più di quanto abbia guadagnato in dieci anni producendo auto.
D’altronde si può in qualche modo affermare che Tesla e Bitcoin attraggono soldi dalla stessa fonte di investitori retail entusiasti e adepti dello stesso culto messianico per rivoluzioni cyberpunk. Già prima dell’annuncio dell’investimento di Tesla in Bitcoin, c’era una correlazione di 0,95 fra l’andamento del titolo Tesla e la quotazione di Bitcoin.
2) Avere dei Bitcoin è come avere del denaro contante il cui valore cambia molto rapidamente. Lo puoi perdere, te lo possono rubare, puoi non trovarlo più, può sparire e non c’è alcun modo di rintracciarlo. Puoi metterlo in un deposito, ma possono derubare anche il deposito (ricordate il fallimento di Mt Gox a seguito di un attacco hacker? MT Gox si è persa qualcosa come 450 milioni di euro depositati in Bitcoin per conto dei propri clienti). E’ come se una società tenesse un miliardo e mezzo di dollari in banconote e monete sonanti. Neanche Carrefour tiene in contanti un ammontare così grande. Sicuramente Tesla si sarà dotata di un’infrastruttura importante per tenere al sicuro il suo bottino. Diciamo che oltre a costruire macchine, Tesla avrà una preoccupazione in più: tenere al sicuro i suoi Bitcoin. Voi direte che anche un banca può essere rapinata o hackerata. Sì, ma una banca fa parte di un sistema organizzato e regolato che protegge i suoi clienti (con il bello e il brutto che questo comporta). Il Bitcoin è del tutto decentralizzato: ognuno per sé.
Interessante a tal proposito la storia della polizia tedesca che ha sequestrato 50 milioni di euro a un criminale, salvo non poterli effettivamente recuperare perché il criminale non vuole rivelare la password.
3) Cosa dice la mossa di Tesla sulla qualità della sua corporate governance ? Chi certificherà che i Bitcoin siano effettivamente lì e l’uso che ne viene fatto. Se in passato non mancano esempi di truffe con conti correnti truccati o inesistenti, figuriamoci cosa è possibile fare con un 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin sparsi in chissà quanti wallet. Dite che basterà lo statement di un depositary di Bitcoin qualunque (tipo Coindesk) come bastano gli statement di una banca? Tecnicamente Tesla potrebbe utilizarli per corrompere o riciclare denaro sporco senza poter subire alcun tipo di controllo. Se tra le società quotate si dovesse diffondere ulteriormente questa pratica di custodire la liquidità in Bitcoin le società di revisione dovranno dotarsi di nuove competenze per certificare i bilanci, ma in generale corporate governance, trasparenza e norme antiriciclaggio sarebbero fortemente indebolite.
E’ ironico che Tesla, avendo come obiettivo quello di ridurre le emissioni di Co2 producendo elettriche, investa in Bitcoin, una tecnologia che utilizza l’equivalente di 120 Twh ogni anno per far andare avanti la rete decentralizzata che valida le transazioni . Tesla è in in un certo senso diventata carbon neutral con un percorso inverso.
In termini di efficienza energetica il Bitcoin è il modo peggiore e meno environmental friendly di condurre una transazione (118 Kwh per transazione!).
La rete Bitcoin consuma annualmente più elettricità di un paese come l’Argentina (oppure un terzo di tutta l’elettricità consumata in Italia in un anno). Se le società di bitcoin mining dovessero pagare per le emissioni di Co2 come fanno altre società industriali, si dice che il valore di un Bitcoin potrebbe essere persino negativo.
Tesla non è l’unica né la prima società quotata ad aver comprato Bitcoin. Molte hanno nel bitcoin (Hut 8 Mining, Voyager Digital, Galaxy Digital Holdings) o nei pagamenti (Paypal, Square) il loro core business, ma ce ne sono poche altre che hanno fatto scelte radicali e inattese come Tesla.
L’esempio più lampante è quello di una società software chiamata Microstrategy che fattura 400 milioni di dollari l’anno gudagnandone 10 milioni l’anno. Il CEO di Microstrategy, che nel 2013 aveva definito il Bitcoin “un casinò” affermando che i suoi giorni erano contati, si è lanciato un anno fa in una campagna acquisti di Bitcoin senza precedenti attraverso la Microstrategy. Microstrategy, che è molto più piccola di Tesla, si è dovuta indebitare lanciando un bond convertibile da 450 milioni di dollari avente il seguente “Use of Proceeds” (termine tecnico con cui dici a chi ti presta i soldi cosa devi farci):
Microstrayegy intends to invest the net proceeds from the sale of the notes in bitcoin in accordance with its Treasury Reserve Policy pending the identification of working capital needs and other general corporate purposes
Regarding our bitcoin strategy, our pioneering decision to make bitcoin our primary treasury reserve asset has made MicroStrategy a thought leader in the cryptocurrency market and generated great interest in MicroStrategy as a corporation. Going forward, we continue to plan to hold our bitcoin and invest additional excess cash flows in bitcoin. Additionally, we will explore various approaches to acquire additional bitcoin as part of our overall corporate strategy.
La scommessa ha pagato.
Al 31/12/2020 Microstrategy aveva 70.784 acquistati a un prezzo medio di 15.000 dollari (poco più di un miliardo di dollari). Gli stessi Bitcoin valgono oggi più di tre miliardi (curiosita: nel bilancio non vengono classificati tra “Cash and equivalents” ma alla voce “Digital Assets”).
Prima di questa avventura, Microstrategy capitalizzava 1 miliardo. Oggi Microstrategy capitalizza 10 miliardi (il 30% del suo valore è legato a quei digital assets).
Sui Bitcoin potete leggere lo spiegone che avevo scritto 8 anni fa su Cyberdany.com in un post invecchiato abbastanza bene.
Paul Krugman ha inqudrato perfettamente il fenomeno Bitcoin in un podcast del del New York Times:
I think the romance of the technology combined with this free floating governments are not to be trusted stuff is what sustains it. And look, at some level, you could say that gold is peculiar also. There really isn’t much use for monetary gold and hasn’t been for generations. But it preserves its value because people think it’s a valuable asset. And it’s possible that that will be the story of digital currency over the long run. But it’s a very peculiar thing. But it is definitely — there’s a cult aspect to it.
Il comico James Oliver in modo più spiritoso definisce così il Bitcoin:
Everything you don’t understand about money combined with everything you don’t understand about computers,
Ma bolla o non bolla?
Ma fenomeni come Microstrategy, investitori istituzionali che sottoscrivono un bond da 450 milioni avente come use of proceeds l’acquisto di Bitcoin, l’aumento dei Bitcoin e le quotazioni di Tesla sono normali o sono frutto di una bolla speculativa pronta a scoppiare? Uno dei commenti migliori l’ha fatto El-Erian che parla di “bolla razionale”:
The path is up. Don’t get in the way of massive liquidity. The only thing that will stop it is either a market accident, and we're getting close to one, or alternatively, the Fed losing control of yields on longer-dated bonds ... this is a rational bubble.
La gente nuova e i sùbiti guadagni
orgoglio e dismisura han generata,
Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni
Come Musk per il Bitcoin
Un effetto simile a quello di Elon Musk sul Bitcoin lo ha avuto Draghi sui BTP e sul mercato azionario italiano. Il rendimento pagato dai nostri BTP decennali è sceso da 0,55% di inizio anno a… 0,52%. Lo spread è sceso di 15 bps. Considerando le prossime scadenze da rifinanziare, questo si potrebbe tradurre in un risparmio di 500-800 milioni l’anno di minori interessi pagati (roba che non ci paghi neanche un bonus asilo nido). No, Draghi non ha ancora salvato la patria anche se la capitalizzazione delle 40 società che compongono il FTSE MIB è passata da 500 miliardi di euro a 550 miliardi di euro. So che siamo stati scottati dall’esperienza del 2012, ma dovremmo smetterla di utilizzare lo spread come stetoscopio per la salute delle nostre finanze pubbliche. Allo stato attuale, il debito italiano è insostenibile pagando interessi dello 0,5% così come con interessi del 3%. Quello che cambia tutto è la crescita.
Per quanto mi renda più speranzoso l’arrivo di Draghi, spiace constatare come il bisogno dell’uomo forte, dei pieni poteri, del salvatore della patria, stia ancora alimentando le speranze di un paese. E’ un sollievo che l’uomo forte in questione indossi il cappello dei buoni e non una felpa con le scritte, ma sempre di uomo forte si tratta.
Eppure, abbiamo avuto tre anni di luna di miele con un presidente del consiglio che non era né un politico, né un tecnico. Un avvocato del popolo di cui nessuno aveva sentito parlare. Un uomo che sembrava insostituibile, lo stesso di cui nessuno dopo pochi giorni sente la mancanza (io non ne ho mai sentito la presenza). Se è facile spiegare la sua caduta con l’imperizia politica, è più difficile spiegare l’ampio consenso che ha riscosso. Forse torna utile quello che scrisse nel 1961 Umberto Eco in Fenomenologia di Mike Bongiorno:
Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti.
Costa sto leggendo
Furore - Steinbeck. Ho terminato la lettura di Furore di Steinbeck. La settimana scorsa mi era soffermato sullo stile crudo ed efficace, sugli accostamenti con il verismo, etc.
Ora che ho una visione di insieme mi piacerebbe parlare di come questo romanzo rappresenti anche un piccolo manuale alternativo e romanzato di macro e microeconomia.
C’è un po’ tutto. Sono descritti benissimo i meccanismi che si sono innescati con la Grande Depressione negli Stati Uniti del ‘29 e le conseguenze sulle persone in un contesto di grandi cambiamenti tecnologici, con una crisi di sovrapproduzione e conseguente calo della produzione, disoccupazione e salari in calo. I protagonisti mezzadri del romanzo perdono il lavoro perché i prezzi delle materie agricole scendono, spingendo i proprietari a produrre di più utilizzando i trattori. L’emigrazione disordinata e improvvisa di masse di agricoltori dall’entroterra alla California, provocò in California un crollo dei salari agricoli. La variazione disordinata dei prezzi provocò un’allocazione inefficiente delle risorse e si osservano situazioni paradossali come gente che muore letteralmente di fame e frutta lasciata a marcire nei campi perché per i produttori non è conveniente raccoglierla e per i braccianti la paga era troppo bassa. Furore ci insegna che robe astruse come politica monetaria, politica fisclae, stabilità finanziaria possono avere conseguente molto “terrene” e terribili sulla vita di tutti.
Da un punto di vista “microeconomico”, ogni personaggio di Furore si comporta in modo impeccabile da un punto di vista razionale, da perfetto Homo oeconomicus. C’è la cameriera di un bar sulla statale che si concentra solo a servire i camionisti perché sa che sono quelli che possono ritornare, mettere una buona parola con i colleghi e dedicare maggiore spesa nella sosta per strada. C’è il concessionario d’auto che utilizza offerte civette per attrarre clienti, salvo poi vendergli altro sfruttando in maniera spietata il suo potere negoziale. Da una parte prendeva usato a prezzi irrisori dai proprietari d’auto in difficoltà economica, dall’altra vendeva a prezzi alti macchine a persone indigenti che avevano l’esigenza di emigrare in California. Quando durante il viaggio il nonno muore a metà strada, la famiglia decide razionalmente di non spendere soldi per un funerale viste le risorse limitate e il viaggio da fare. Quando muore la nonna alla fine del viaggio, la famiglia spende gran parte di quello che aveva essendo ormai arrivati in California e credendo di poter guadagnare di più in futuro. Ogni spesa al negozio di alimentari è ponderata benissimo considerando il potenziale nutrizionale e la capacità di conservazione del cibo. I protagonisti prenderebbero un 30 e lode in economia domestica. E proprio l’estrema razionalità dei loro comportamenti accentua ancora di più la frustrazione della loro condizione.
Costa sto vedendo
The Undoing - Giallo newyorchese con attori fighissimi (Nicole Kidman, Hugh Grant, Matilda De Angelis) diretti da una registra bravissima (Susanne Bier). La trama è poco originale, con colpi di scena previdibili, ma non fa una piega.
Non sarà una miniserie che ricorderete a lungo, non vi lascerà nulla di che, ma una volta che inizierete a vederla, non potrete smettere perché è tutto oggettivamente molto bello: gli attori, la fotografia con zoomate e movimenti di macchina angoscianti, New York d’inverno.
Cosa sto ascoltando
Francesco De Gregori - De Gregori - Ogni tanto riprendo album vecchi di cantautori famosi, di quando erano meno famosi per riascoltare brani meno noti. Mi è capitata per caso “Raggio di Sole” dalla playlist Discover Weekly di Spotify (la funzione più utile di Spotify). Difficile per un brano essere nello stesso album di Generale, ma questa “Raggio di Sole”, dedicata ai figli gemelli appena nati, è una canzone più intima meno impegnata che parla di speranza srotolando con musica e poesia ciò che ci attende sul percorso della vita. Il resto dell’album tocca altri temi (l’artista, la guerra, la famiglia) con un lirismo misurato e impreziosito da un carattere musicale riservato ed acustico.
Buon weekend e a venerdì prossimo!
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